Trasmissione e durata della mononucleosi

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Che cos’è la mononucleosi

La mononucleosi infettiva è una malattia causata dal virus EBV, acronimo derivante dagli scopritori Epstein e Barr che la identificarono nel 1920 dando al virus il loro nome. Nello specifico si tratta di un herpes-virus che secondo alcune statistiche ha già colpito il 90% della popolazione del pianeta la quale ha sviluppato a sua volta gli anticorpi necessari a non contrarla. Non tutti coloro che vengono affetti da questo virus infatti, manifestano i sintomi dell’infezione, ma solo gli individui che nel momento del contagio hanno le proprie difese immunitarie basse o immature come nel caso dei bambini.

Contagio della mononucleosi

Trasmissione della mononucleosiÈ una tipologia di virus che ha bisogno di un certo periodo di incubazione, che può andare dal mese al mese e mezzo negli adulti mentre inferiore alle 2 settimane nei bambini. Essa è conosciuta meglio come la “malattia del bacio” perché è una patologia che si trasmette tramite il cavo orale, che può avvenire sì col bacio, ma anche tramite l’utilizzo di stoviglie o oggetti vari che sono entrati prima in contatto con la saliva dell’individuo infetto. Raramente il contagio può avvenire attraverso il sangue in caso di trasfusione. La mononucleosi è una malattia molto contagiosa, e gli individui che la hanno debellata restano comunque dei portatori di virus anche per un anno. Non solo, ma il virus può rimanere in fase latente e risvegliarsi periodicamente rendendo l’individuo contagioso. Lo stessa persona che l’ha contratta e debellata tuttavia diventa immune ai successivi contagi. Non è una malattia pericolosa se contratta durante la gravidanza, né per la mamma né per il feto.

Sintomatologia della mononucleosi infettiva

Normalmente durante la fase di incubazione del virus si possono avvertire sintomi come leggera cefalea, poca fame, leggera febbre, sudorazione, eventuali dolori muscolari. Come è facile intendere sono sintomi comuni anche ad uno stato di stress che può essere determinato dallo stile di vita che si conduce e non inducono a pensare ad una patologia in fase di sviluppo. I sintomi della fase di post-incubazione si manifestano tramite febbre alta, mal di gola, tonsillite, difficoltà nel deglutire. Una piccola percentuale dei casi, dopo un po’ manifestano anche lesioni nel cavo orale. Possono subentrare malesseri come dolori addominali e stato di diarrea.

Come si diagnostica la mononucleosi

Generalmente si può scoprire la presenza del virus di Epstein-Barr tramite l’alterazione dei parametri ematologici come i globuli bianchi, linfomonociti, aumento delle transaminasi e LDH, ed aumento della gamma-GT e bilirubina. Oltre all’analisi del sangue si può procedere direttamente con il mono-test che è il test diagnostico per la mononucleosi più semplice che consiste nella ricerca dei così detti anticorpi eterofili legati alla patologia in questione nel 95% dei casi. Esso è molto veloce e costa poco, tuttavia non ci da la certezza del 100%. Per avere la certezza bisognerà fare un test per rilevare degli anticorpi antigeni.

Decorso e prognosi della mononucleosi

La mononucleosi infettiva ha una durata molto variabile a seconda degli individui affetti e dalla gravità dello stato. Lo stadio acuto necessita di una quindicina di giorni ma il completo riassestamento dei parametri ematologici e delle energie vitali necessita anche di due o tre mesi. Non sono registrati casi di decessi per mononucleosi. Una minuscola percentuale di morte si ha solo per altre complicanze legate ad altre patologie in corso. Per curarla serve una giusta dose di riposo, sana alimentazione, buona idratazione e l’assunzione di paracetamolo. Si usano anche cure a base di cortisone nel caso di complicanze relative alle vie respiratorie. Sono sconsigliati gli antibiotici a causa dell’origine virale della malattia, ma possono essere integrati nel caso dell’insorgenza di patologie secondarie.

Conseguenze della mononucleosi infettiva

Milza ingrossata da mononucleosiCome detto in precedenza, nella maggioranza dei casi la mononucleosi infettiva non genera particolari conseguenze, sebbene dopo averla contratta e debellata può rimanere all’interno dell’individuo e riattivarsi periodicamente rendendolo infettivo. Tuttavia l’esperienza medica ha registrato alcune conseguenze in determinati casi a livello del sistema nervoso, come convulsioni, encefalite acuta, ma anche casi più gravi come meningite e mielite. Naturalmente le percentuali sono ampiamente al di sotto dello 1%. Nei bambini la questione diventa più delicata come tutte le patologie del resto. Infatti possono verificarsi anche problemi seri a livello polmonare e ostruzione delle vie aeree. Rarissimi sono i casi di epatite fulminante. Un altro caso di complicanze ma probabilmente il più grave è la rottura della milza dovuta al suo ingrossamento e se non la si cura per tempo può essere letale a causa di successive emorragie. A questo dovranno stare attenti i pazienti sportivi, perché negli sport in cui il contatto fisico è preponderante, possono diventare molto pericolosi i traumi addominali proprio per la milza, per cui bisognerà riprendere l’attività in maniera molto graduale e con cautela. Per il gentil sesso le complicanze sono altre e si possono generare sensazioni di stanchezza cronica, che sembra di poco conto ma può essere molto invalidante, in quanto porta un’alta sensazione di dolore in determinati punti del corpo ed un relativo insorgere di pigrizia con le conseguenze annesse.