La mononucleosi nei bambini

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Da cosa è generata la mononucleosi nei bambini?

Mononucleosi nei bambiniLa mononucleosi, chiamata malattia del bacio, colpisce soprattutto i bambini, ed è infettiva in quanto si può trasmettere attraverso la saliva.
Il virus, responsabile di questa malattia, è l’Epstein Barr Virus ed appartiene alla famiglia dell’Herpes Viridae.
Come abbiamo già visto, questa malattia attacca soprattutto i più piccoli, che hanno una fascia d’età compresa tra i 2 e i 6 anni. La mononucleosi può essere contratta da un bambino in un qualsiasi periodo dell’anno, in aggiunta disgraziatamente non esiste una cura particolare o un vaccino specifico per poter fronteggiare efficacemente questa patologia.
La malattia in esame poi è difficilmente diagnosticabile, perché si presenta su una persona con una sintomatologia che è molto simile a quella dell’influenza.
Nei confronti di questa patologia comunque si può stare relativamente tranquilli, in quanto quest’ultima presenta una natura benigna e solamente in rari casi può creare delle serie complicazioni.

Quali sono i sintomi della mononucleosi?

Quando i bambini vengono a contatto con il virus dell’Epstein Barr, la mononucleosi non compare immediatamente. Questo virus, nel corpo dei più piccoli, rimane latente per un massimo di trenta giorni. Trascorso questo periodo di tempo, la malattia si presenta e i sintomi più frequenti nei bambini consistono in un malessere generale, accompagnato dalla comparsa della febbre, che può arrivare anche a quaranta gradi e che può durare dagli otto ai quindici giorni. Un piccolo, malato di mononucleosi, avverte pure dei dolori ai muscoli, un rigonfiamento delle tonsille, mal di gola e di testa. A ciò si aggiungono delle lesioni alla cute simili a quelle del morbillo, la presenza della milza o del fegato gonfi e un rigonfiamento all’altezza dei linfonodi del collo. Questi ultimi possono raggiungere la grandezza di una noce.
Nei bambini, che hanno un’età inferiore ai 5 anni, questa malattia può portare altri sintomi, come la gastroenterite e la comparsa di un edema sopra alle palpebre.
La presenza di questi elementi possono far intuire che un bambino può essere stato contagiato da questa patologia.
Nei casi dubbi, per fare una diagnosi ben precisa e accertare che un piccino ha contratto la mononucleosi, basta sottoporre quest’ultimo ad un esame del sangue. Attraverso queste analisi si vede il livello delle transaminasi e della bilirubina, per capire se il fegato sta funzionando correttamente. Tramite l’esame del sangue si può osservare il numero dei linfociti e se nell’organismo sono presenti gli anticorpi contro il virus dell’Epstein Barr.

Quali sono le terapie giuste per curare la mononucleosi?

Terapia mononucleosi bambiniLa mononucleosi nei bambini, come anche naturalmente negli adulti, non si cura attraverso gli antibiotici, in quanto ha una natura virale e questo tipo di medicinali non hanno efficacia contro i virus.
Alcune volte questa infezione guarisce da sola e i suoi sintomi scompaiono senza il bisogno di ricorrere a nessun farmaco.
Per alleviare il disagio creato da questa malattia nei più piccoli, viene somministrata a questi ultimi una terapia di supporto, per aiutare il sistema immunitario.
La strategia più consigliata, per aiutare i bambini a guarire dalla mononucleosi, è quella di farli stare a riposo in maniera prolungata, di farli seguire un’alimentazione corretta, ricca di frutta e di verdura, e di portarli a bere parecchio, per una corretta idratazione dell’organismo.
In alcuni casi, è consigliato somministrare nei piccoli, che hanno contratto questa infezione, i farmaci antinfiammatori steroidei, e anche gli antipiretici, come il paracetamolo.
In certi bambini la mononucleosi può portare al manifestarsi di determinate difficoltà respiratorie. A causa di ciò, dopo aver chiesto aiuto ad un pediatra, si possono dare ai piccoli dei medicinali corticosteroidei. Bisogna evitare l’acido acetilsalicilico, che può far insorgere un’altra patologia abbastanza grave, nota con il nome di Sindrome di Reye. Quest’ultima infatti può generare un grave danno al cervello e al fegato.
In generale, comunque, la mononucleosi nei bambini non determina delle complicanze particolari, e far riposare i piccoli, che hanno contratto questa infezione, è un buon viatico per condurli senza problemi alla guarigione.
Si può però prevenire il contagio dei più piccini nei confronti del virus dell’Epstein Barr. Il metodo migliore è quello di farli assumere delle vitamine e degli integratori specifici, spingendoli a seguire un’alimentazione corretta.
È necessario anche evitare che i bambini vengano a contatto con persone infette e che non tocchino stoviglie e giocattoli potenzialmente contaminati.

Quali sono le complicazioni più temute della mononucleosi?

In alcuni casi, la mononucleosi può portare molto raramente alla rottura della milza. Questa rottura è naturalmente la diretta conseguenza dell’ingrossamento di quest’organo.
Per scongiurare tutto ciò, è necessario che i più piccoli stiano assolutamente a riposo, dopo aver contratto quest’infezione.
Sono state registrate pure delle altre situazioni, in cui questa malattia può determinare la comparsa di complicazioni più gravi, come l’encefalite e la meningite, oppure colpire altri organi, come i polmoni e il cuore. Si tratta però di casi estremamente rari, che attaccano in genere un bambino su 100 affetto da mononucleosi.